“Chi si gloria della nascita, chi dell’ingegno,
chi della ricchezza, chi della forza del corpo,
chi delle vesti, pur se di brutta moda recente,
chi di falchi e levrieri, chi di cavalli;
e ogni temperamento ha il suo piacere corrispondente,
dove trova una gioia superiore ad ogni altra.
Ma questi particolari non sono a mia misura;
io tutti li miglioro in un generale meglio.
Questo amore è per me migliore che nobili natali,
più ricco della ricchezza, più superbo di vesti sfarzose,
di maggior diletto che falchi o cavalli;
Avendo te io mi glorio del vanto di tutti (...)”
--W.Shakespire, Sonetti.
Il Sabba delle streghe, F. Goya (1819-1823)
Trovo inutile dare spiegazioni sui vari etimi che caratterizzano la Valpurga, o gli usi e i costumi di questo o quel posto, in rete si può trovare di tutto, le fonti non mancano di certo.
Valpurga, Calendimaggio, Beltane, Valborg, Walpurgis, Valborgmässoafton, questa è LA Festa.
Tanta è la sua grandezza che è divenuta la più discussa e ambigua delle Tregenda, a partire dall'etimo, appunto.
La 'traslitterazione' dei vari fauni e capri in disparati Satana e Bafometti, i fuochi e i roghi, Protettori e Santi, persino santi delle streghe e contro le streghe, e cortei di morti per strade o in cielo.
Chi ne dissipa gli ardori esorcizzando, chi ne rimembra il chiasso festeggiando, tutti intorno a un fuoco, con amuleti o icone o ramazze e pentoloni, ognuno esalta i propri dei.
Questo è IL Grande Sabba, La Grande Caccia e il Corteo chiassoso del Re, che sia il Cervo o l'Hellequin e la Masnìe, con le streghe o contro le streghe, che sia il prete o il Sacerdote, in questo giorno converge il sistema di credenze che abbraccia quasi ogni collateralità in tutta Europa e oltre.
Ognuno esalti i propri dei.
Allora s'accenda il fuoco e che sia alto, che il ceppo bruci e il cielo s'illumini, il Toro annuncia il Maggio e con esso la Primavera è completa ovunque, la porta dell'Estate s'è quasi aperta.
E si faccia un gran chiasso, si balli, si canti e si festeggi: il nemico è scappato, è perduto, e infatti L'Ombra dell'Inverno si è ritirata quasi del tutto.
Allora ognuno esalta i propri Dèi!
"Åsgårdsreien" del pittore norvegese Peter Nicolai Arbo
raffigurante la Caccia selvaggia (1872, Galleria nazionale di Oslo).
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