Chi ve l’ha detto che voglio essere ‘eletta’?
Chi ve l’ha detto che quello che faccio/facciamo deve necessariamente ‘speciale’ o fuori del comune?
Chi ha chiesto il vostro parere?
Perché dire di fare certe cose deve essere necessariamente sintomo di mancata illuminazione o qualche via spirituale ad essa connessa?
Che c’entra?
Ignoranti, sì, ma quanto?
D’altronde il retaggio cattolico è pure questo: avere in mente bene/male come categorie assolute e non distruttibili.
Sono stanca di essere messa a paragone di certe persone che si sentono ‘figli di Kalì’ e pregano il papa. Sono stanca di sincretismi di strada.
Sono stanca di essere additata per qualcosa che non si ha in mente ben chiaro cosa sia.
Additate me con le stesse parole di cui voi vi incensate.
È così che abbiamo perso le radici. E’ così che non le ritroviamo. Noi.
Sfumatore che voi non potete cogliere, lasciate perdere.
La strega è una persona che ha bisogni, paure e desideri alla stregua di altra gente, ma non basta essere. Non basta dirlo. Non basta questo.
Potete annaspare, intrecciare fiocchetti e usare persino il vostro pessimo sangue, non ce la farete mai.
Non è così che sarete diverse.
Non c’entra niente con la religione, no. Potete cambiare culto ogni settimana ma non c’è niente in questa ricerca forsennata della pratica che vi avvicinerà lontanamente alla parola ‘strega’.
Strega è una parola che rappresenta l’inizio di un cammino e non l’arrivo, siete indietro molto più di quanto lo riuscite a pensare.
Non ne posso più.
Galline.
Non vi interessa una ricerca seria, ma legare un fidanzatino o fare venire l’intossicazione alla vicina di casa che vi ha parcheggiato la macchina sotto il portone.
Non ne posso più dei vostri stupidi ‘poteri’ da mestruazione femminile.
Non li avete. Non li avrete mai. Non li volete.
Volete l’illusione di riuscire a fare chissà cosa, volete sentirvi più importanti e darvi un tono, volete difendervi dalle meschinità con altri pensieri meschini.
Se qualcosa in voi miseri è funzionante, quella è la forte invidia di cui vi nutrite per continuare a strisciare, vili vermi.
E io di voi che mi additate per ‘comune che si crede anima eletta’ non ne posso veramente più.
Prendetevela con la vostra incapacità a fare tutto compreso aprire un libro che non sia di Currot o comari del genere.
Prendetevela con la vostra povertà, piuttosto, che sia spirituale o intellettuale, o culturale, poco conta. Siete affette da questi mali indistintamente.
E smettetela di giudicare senza avere niente in mano! Chi ve ne ha dato il diritto?
Almeno abbiate la dignità di ficcarci il naso nelle cose che giudicate! E vi garantisco che vi passa la voglia di dire A perché non sareste in grado di sostenere nemmeno 1/10 dello spessore che guardereste dal buco della serratura.
Figuriamoci aprire una porta!
Non ho mai chiesto il vostro consenso, non siete persone che reputo degne o all’altezza di un ‘consenso’.
Ma il mio consenso non l’avrete mai, né una briciola di rispetto.
Disgusto. E basta. Ed è già troppo.
Della vostra invidia non me ne faccio niente.
Del vostro silenzio ve ne sarei grata.
Nota: dietro questo post esistono nomi e cognomi che ovviamente non ho messo alla berlina.
Non cercate di capire troppo, non riuscireste.
Non proiettatevi nelle parole del mio sfogo, parlo di soggetti precisi che difficilmente passeranno di qui.