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Il Giardino delle Esperidi

De Passione Domini

domenica 1 aprile 2012


‘Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum obviaverunt Domino’.


L’ora delle tenebre è l’ora della luce.

Le lacrime di questo giorno stridono, oggi, con il giorno santo. La domenica delle Palme, l’ingresso del Dio Trionfante riconosciuto dalla folla, a cavallo dell’asino.
Un giorno eletto, un giorno aureo. In pochi hanno accesso a questa chiave che apre la porta d’oro, in pochi, come te, sono riusciti a varcare questa soglia.
L’ora arriva.


‘’Quando è finita, è finita’’, queste le parole della tua dolce moglie di fronte alla triste realtà della tua condizione; ‘’E’ morto!’’ e questo è stato il risveglio che ci hai riservato oggi.

Tale è il trambusto che a poco servirà ricordare la grandezza che oggi è stata riservata alla tua liberazione, santo giorno che al trionfo inneggia. A breve questa condizione transitoria di immensa felicità finirà, lascerà spazio alla sofferenza personale e la folla, che prima acclamava, bruscamente avrà cambiato idea. La folla è solo la folla, è il sottofondo dello scalpore e del rumore, cambia idea a seconda del momento, e tornerà ad acclamare molto prima del previsto.
Rendere eterno un momento di immensità vuol dire sigillare con un punto di non ritorno un attimo che segnerà per sempre la memoria di questo tuo momento.

Domenica delle Palme, Seconda domenica di Passione, ma anche risveglio definitivo della Terra, la primavera alla prima lunazione, il Trionfo del Sole.
Mi si chiede se le mie preghiere siano servite a qualcosa, la speranza che l’anima vola, che il corpo riposi dopo l’agonia: l’ovvia risposta la tengo per me. 
La Grazia e la Misericordia ti accompagnino nel tuo viaggio appena iniziato, anima pia, dal canto mio, farò il possibile per portare conforto e consolazione a chi oggi ne ha bisogno. 







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