Ecco
un’altra impervia con cui ho litigato fino ad arrendermi.
Per
eccellenza colei che nessuno vorrebbe, la scarogna, le disgrazie dietro
l’angolo, le segnature sinistre. Forse la sua pelle, forse la sua capacità di
resistere persino alle guerre, ha ispirato le fantasie maldestre di chiunque ma
poi ti regala un fiore. E si veste di un colore orgoglioso come a ricordarti
che ‘lei è’. E’ la ‘potente’ tra
tutti, colei che vive all’angolo buio e ombroso, alla fine della strada. Saluta
i passanti e sghignazza e se qualcuno cerca di farle male, semplicemente fa
dono di sé. C’è voluto del tempo per comprenderla, il suo impatto endemico non
è di facile digestione, è coperta di insulti e dicerie, ti ricopre di maledizioni
e non sono mai riuscita a liberarmi di lei.
Un
giorno la osservai, stava al suo posto con dignitosa falsa umiltà, sembrava
volesse inginocchiarsi e una visione nerastra e viola mi venne incontro
prepotentemente: Venere-Urania, colei che si inginocchia e rinnova le Acque,
può soffocarti e può dissetarti.
‘’Allora
non sei così cattiva per come dicono’’
‘’Solo
con alcuni’’ e tornò ad ammutolirsi serenamente.
‘’Sei
come la colonna sonora di un film, bello o brutto che sia, lo persegui tutto.
Sei Ovunque.’’ E nonostante mi sembri sia figlia dell’Urania venusiana, mi
ricorda l’Ovunquità di Hecate.
Da
quel momento mi presi cura di lei e ovunque vado, riesce a ricordarmi la sua
immensità.
Tradescanzia
Pallida, comunemente chiamata ‘’La Miseria’’.
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